PENTECOSTE 2016

Ogni distacco da una persona che amiamo è fonte di grande sofferenza perché è una relazione che, se anche non si interrompe del tutto, è comunque destinata a cambiare rispetto a quello che è stata… è un lutto per chi se ne va, ma lo è forse di più per chi rimane perché quei luoghi in cui ha vissuto insieme a chi ora non c’è più, portano per un lungo periodo impresso il ricordo dei momenti trascorsi, fatti di parole e risate, di gesti e di intime confidenze, di esperienze condivise che lasciano un senso di vuoto e tanta malinconia. Credo che anche i discepoli, dopo che Gesù li ha lasciati per tornare al Padre abbiano sperimentato le medesime emozioni: vuoto misto a paura, sconforto, non senso. Perché mai dopo l’immensa gioia di riavere con loro il Maestro ancora presente, vivo, ora si ritrovano di nuovo soli?

La Pentecoste, che celebriamo cinquanta giorni dopo la Pasqua del Signore, ci parla proprio di questo: il tempo della presenza terrena di Gesù è finito mentre se ne apre uno nuovo… quello dello Spirito e della Chiesa, sua Sposa.

Gesù è ritornato al Padre, non per lasciarci soli, ma per ritornare ancora più vivo e presente di allora: è lo Spirito Santo, disceso sui discepoli infatti, che farà loro ricordare e comprendere le parole e i gesti del Maestro, e che li riempirà della forza della Sua presenza. È Lui il vero protagonista e regista nascosto delle vicende delle prime Comunità cristiane.

È lo Spirito, Essenza del Risorto, che oggi come allora, suscita carismi e vocazioni, ispira ed ammaestra, illumina ed accompagna da sempre la Sua Chiesa, che siamo noi. Nel brano degli Atti è paragonato ad un vento impetuoso e gargliardo che vuole irrompere con prepotenza nel Cenacolo travolgendo ogni cosa al suo passaggio. Mi piace molto questa immagine del vento che viene dentro di noi a spazzare via con forza le nostre paure, le nostre dipendenze dagli altri, le pesantezze e le negatività che ci portiamo dentro e che ci incatenano.

È lo Spirito quel fuoco che si divide e si moltiplica, che viene a riscaldare il nostro cuore, perchè bruci di passione per il Vangelo, purificando un modo di vivere la fede in maniera tiepida o abitudinaria, cosa che a lungo andare ci rende persone spiritualmente insipide e poco credibili.

È Lui il Consolatore, presenza viva del Risorto che stringe il nostro cuore in un caldo abbraccio quando siamo spaventati o feriti dai fatti della vita.

È il Paraclito colui che ci strappa dalle mani del Nemico, difendendoci dalla parte oscura di noi stessi che ci spaventa a morte, che spesso ci sovrasta e ci fa sentire così fragili impedendoci di essere testimoni coraggiosi ed appassionati.

È Lui capace di abbattere i muri dei pregiudizi e dell’indifferenza che a volte sperimentiamo anche nelle nostre Comunità, riscostruendo la nostra capacità di capirci e di comunicare, di guardare all’altro con occhi nuovi, di andare oltre alla corteccia delle apparenze.

È lo Spirito che ci svela la profondità dell’Amore Paterno di Dio, che ci fa riconoscere e confessare che Gesù è il Kyrios, il Signore del tempo e della storia, colui che ci rigenera comunicandoci il Suo respiro sanante e vivificante!

È lo Spirito che può trasfigurare la nostra esistenza quotidiana in un’esistenza che si dona agli altri, un’esistenza eucaristica, capace di nutrire con parole e gesti “buoni come il pane” e di portare sollievo alla sete di amore e di perdono che soffre e sperimenta l’uomo di oggi.

Auguro che questa Pentecoste sia per noi tutti un bagno di Grazia che ci renda persone attente e capaci di corrispondere ai bisogni del nostro tempo, come sollecite sentinelle di gioia e speranza, capaci di contagiare chi ci è vicino con la forza della Resurrezione, persone che profumano di vita.

Buon Cammino insieme!

Alessandra Cipolotti

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